FIVI: il divieto di asporto per gli alcolici penalizza anche i vignaioli

Da FIVI preoccupazione per le decisioni del Governo e la mancanza di ristori. "Necessario riaprire al più presto in sicurezza e con controlli"

29 Gen 2021 - 00:31
FIVI: il divieto di asporto per gli alcolici penalizza anche i vignaioli
Resta alta la preoccupazione della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti - FIVI in seguito all’entrata in vigore del Dpcm del 16 gennaio 2021 che vieta la vendita per asporto di qualsiasi bevanda alcolica dalle ore 18 ai negozi specializzati, lasciando invece libertà di vendita di tali bevande a tutti gli altri negozi commerciali. Con ristoranti ed enoteche chiusi, FIVI ribadisce la difficoltà in cui versa tutta la filiera e si unisce all’appello di Andrea Terraneo, presidente di Vinarius, che ha denunciato l’anomalia e chiesto spiegazioni al Governo anche grazie all’interrogazione parlamentare, presentata dall’onorevole Andrea Dara in data 20 gennaio alla Camera. L’attuale situazione di incertezza e precarietà dovuta anche alla mancanza di ristori, infatti, aumenta l’apprensione dei tanti Vignaioli che a fatica continuano a coltivare le loro vigne, come spiega Matilde Poggi, presidente della FIVI:I Vignaioli, come molte altri operatori del settore horeca e di altre categorie, sono stati pesantemente indeboliti dai mesi di chiusura forzata e dalle norme sull’asporto e sugli orari di apertura di enoteche e ristoranti. Le nuove decisioni del Governo stanno portando pesanti conseguenze su tutta la filiera. Le misure intraprese finora sono per lo più adatte alla grande industria, e dimenticano l’esercito di piccoli produttori artigiani del vino che, con il settore della ristorazione chiuso, ha sofferto più degli industriali che hanno una clientela più diversificata”. La presidente di FIVI conclude: “Ribadiamo la necessità di permettere a tutti di riaprire le attività per lavorare in sicurezza, rispettando le regole, e auspichiamo maggiori controlli per garantire che queste vengano rispettate”. [caption id="attachment_34520" align="aligncenter" width="2997"] width= Matilde Poggi - Presidente FIVI[/caption]
La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI) è un'associazione nata nel 2008 con lo scopo di rappresentare la figura del Vignaiolo di fronte alle istituzioni, promuovendo la qualità e autenticità dei vini italiani. Per statuto, possono aderire alla FIVI solo i produttori che soddisfano alcuni precisi criteri: "Il Vignaiolo FIVI coltiva le sue vigne, imbottiglia il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto. Vende tutto o parte del suo raccolto in bottiglia, sotto la sua responsabilità, con il suo nome e la sua etichetta". Attualmente sono circa 1300 i produttori associati, da tutte le regioni italiane, per un totale di circa 13.000 ettari di vigneto, per una media di circa 10 ettari vitati per azienda agricola. Quasi 95 sono i milioni di bottiglie commercializzate e il fatturato totale si avvicina a 0,8 miliardi di euro, per un valore in termini di export di 330 milioni di euro. I 13.000 ettari di vigneto sono condotti per il 51% in regime biologico/biodinamico e per il 49 % secondo i principi della lotta integrata.
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