Pellegrini presenta Apapà, il ricordo di Matteo Correggia

11 Dic 2019 - 04:33
Pellegrini presenta Apapà, il ricordo di Matteo Correggia
Il distributore di vini e distillati Pellegrini S.p.A. annuncia con piacere l’ingresso a catalogo di Apapà, il nuovo Nebbiolo dell’Azienda Agricola Matteo Correggia, nato dal desiderio di Giovanni e Brigitta Correggia, figli di Matteo, di celebrare gli insegnamenti trasmessi da un padre che amava le sfide e la sperimentazione. “Ho conosciuto bene Matteo, le sue capacità e il suo genio e sono felice di pensarlo altrettanto felice guardando dall’alto la sua famiglia e i suoi figli realizzare l’obiettivo che la sua vita, purtroppo troppo breve, non gli ha permesso di realizzare” - racconta Pietro Pellegrini, Presidente Pellegrini S.p.A.  width=Il progetto Apapà prende vita grazie all’incastro perfetto di due personalità opposte, con abilità e interessi differenti, ma unite dallo stesso sangue, dalla passione per il proprio lavoro e da un unico sogno: racchiudere in un vino tutti gli insegnamenti di papà Matteo, scomparso prematuramente nel 2001. Giovanni ha deciso come crearlo, Brigitta ha studiato come “vestirlo”. Apapà è un Nebbiolo 100%, nato da una selezione di viti vecchie della vigna “La Val dei Preti” e prodotto completamente in anfore di ceramica. La denominazione sarà “Vino rosso” poiché la denominazione “Roero” richiede un affinamento in botti di legno, che noi abbiamo scelto di non fare. La produzione è di solo 400 bottiglie e la prima annata è il 2015” - spiega Giovanni Correggia. “Ci hai insegnato che la via del cuore porta sempre a guardare avanti. Questo vino è per te” è il pensiero che Giovanni e Brigitta dedicano al padre, ripreso anche sull’etichetta della bottiglia e sull’elegante seppur semplice astuccio che la contiene.  width=È stata proprio Brigitta a occuparsi della parte grafica: “L’etichetta raffigura tre alberi - mamma, Giovanni ed io - ciascuno con la propria individualità ma armonici nell’insieme. Le radici simboleggiano la nostra tradizione e il nostro passato turbolento, dal quale traiamo forza ed energia. Al centro un cuore astratto, dove si convoglia la linfa che risale dalle radici, inteso come sede in cui custodiamo gelosamente il ricordo di nostro padre, quello più intimo. È il posto in cui risiedono tutti i valori che ci ha trasmesso: amore, passione, ascolto del proprio intuito, innovazione e la voglia di mettersi in gioco. Infine i rami che partono dal cuore estendendosi verso l’alto, come fanno i pensieri, e toccano il cielo per arrivare a papà”.
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