Granarolo risponde a Il Salvagente: nessun antibiotico nei campioni di latte

27 Gen 2020 - 04:30
Granarolo risponde a Il Salvagente: nessun antibiotico nei campioni di latte
Di recente la testata Il Salvagente ha condotto un'inchiesta su "21 confezioni di latte, fresco e Uht, comprate in supermercati e discount italiani" dall'analisi condotta da due Università è emersa la presenza di antinfiammatori, cortisonici e antibiotici sui campioni analizzati. In riferimento ai dati riportati, Granarolo tiene a precisare che in nessun campione di latte prodotto da Granarolo è stata rilevata la presenza di antibiotici. Su un campione è stata rilevata la presenza di un antinfiammatorio, ammesso e peraltro abbondantemente al di sotto di tutti i parametri di legge, come precisato anche da Il Salvagente stesso. Laboratori di accettazione fanno puntuali verifiche sul latte in entrata (oltre 2.000.000 di controlli/anno) e un latte antibiotato mai potrebbe essere scaricato dalle cisterne e trasformato negli stabilimenti Granarolo. Lo sanno bene gli allevatori Granlatte, la cooperativa di allevatori che controlla Granarolo e fornisce il latte. Granlatte è la più importante filiera italiana del latte direttamente partecipata da produttori associati in forma cooperativa e riunisce circa 600 allevatori produttori di latte in 12 regioni italiane che perseguono nel loro lavoro il benessere animale, impegnati nel produrre un latte sicuro ben al di là di quanto richiesto dalla legge in termini di parametri di sicurezza. Infatti tutti gli allevamenti della filiera – latte Alta Qualità, Biologico e Standard - sono certificati sul benessere animale (certificazione sul Benessere Animale in allevamento CSQA DTP122 n. 53024 del 12/01/2018). Animali che stanno bene e non hanno bisogno di essere trattati con i farmaci possono infatti produrre un latte di qualità più elevata, più gustoso al palato e più sicuro per il consumatore, garantendo anche all’allevatore una maggiore reddittività. granarolo Nella convinzione che il benessere animale sia presupposto imprescindibile per essere in filiera Granlatte, per il 2020 Granarolo ha chiesto ai propri allevatori di poter rilevare un valore ulteriormente migliorativo e comunque uguale o superiore ai 70/100 sul benessere animale su tutte le stalle della filiera. A fine 2019 sono stati organizzati importanti incontri all’Università di Bologna e all’Università di Bari con i veterinari degli allevamenti per lavorare anche con loro e introdurre ulteriori importanti innovative pratiche, andando molto al di là delle prescrizioni di legge. A garanzia della promozione costante del benessere e delle azioni richieste alla filiera, il Gruppo Granlatte Granarolo ha attivato un costante piano formativo orientato alle allevatrici e agli allevatori della filiera con le Università coinvolte sul progetto, Università di Milano, Università di Bologna e Università di Bari e un piano di verifiche in sinergia con i veterinari aziendali. La Carta del Latte Granlatte Granarolo impegna allevatori e veterinari alla produzione di prodotti lattiero-caseari di qualità nel pieno rispetto della sostenibilità ambientale, economica e sociale dei propri conferenti, del benessere degli animali allevati e della sicurezza alimentare dei propri prodotti. A tal riguardo a un consumatore giustamente sempre più attento al tema dell’antibiotico-resistenza il Gruppo Granlatte Granarolo oggi può garantire che il latte di filiera è un latte totalmente sicuro e di qualità.  width= “L’Italia ha il sistema di sicurezza alimentare più rigoroso che esiste al mondo”, ha commentato Gianpiero Calzolari, Presidente Granarolo. “Proprio nella consapevolezza dell’importanza di garantire sempre e comunque un latte migliore di quello della concorrenza siamo impegnati in un grandissimo lavoro sulla filiera allevatoriale, un lavoro apprezzato dalle famiglie italiane (il latte fresco Granarolo è il latte fresco più venduto in termini di quote di mercato), dai pediatri (che consigliano il nostro latte Alta Qualità in fase di svezzamento) e anche dai clienti all’estero. Lavoriamo sempre in sinergia con le istituzioni nazionali e regionali e con le Facoltà di Veterinaria di importanti Università italiane per riuscire a garantire questi risultati al latte della nostra filiera. Apprezziamo il lavoro fatto dai professori e dai ricercatori dell’Università Federico II che pone sotto i riflettori un tema fondamentale come l’antibiotico resistenza, siamo disponibili a condividere con loro il lavoro fatto a beneficio di altri e a lavorare in sinergia per andare ancora oltre”.
Il Gruppo Granarolo, uno dei principali player dell’agroalimentare italiano, comprende due realtà diverse e sinergiche: una cooperativa di produttori di latte - Granlatte - che opera nel settore agricolo e raccoglie la materia prima - e una società per azioni - Granarolo S.p.A. - che trasforma e commercializza il prodotto finito e conta 14 siti produttivi dislocati sul territorio nazionale, 2 siti produttivi in Francia, 3 in Brasile, 1 in Nuova Zelanda, 1 in Regno Unito. Il Gruppo Granarolo rappresenta così la più importante filiera italiana del latte direttamente partecipata da produttori associati in forma cooperativa. Riunisce infatti circa 700 allevatori produttori di latte, un’organizzazione di raccolta della materia prima alla stalla con 70 mezzi, 720 automezzi per la distribuzione, che movimentano 850 mila tonnellate/anno e servono quotidianamente circa 50 mila punti vendita presso i quali 20 milioni di famiglie italiane acquistano prodotti Granarolo. La missione del Gruppo all’estero è di esportare la tradizione di prodotti Made in Italy, anche uscendo dal perimetro dairy. Granarolo ha infatti diversificato il proprio portafoglio negli ultimi anni. Il Gruppo Granarolo conta 3.029 dipendenti al 31/12/2018. Il 77,48% del Gruppo è controllato dal Consorzio Granlatte, il 19,78% da Intesa Sanpaolo, il restante 2,74% da Cooperlat. Nel 2018 il Gruppo ha realizzato un fatturato di oltre un miliardo e 300 milioni di Euro.
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