Fipe non è soddisfatta del DL Liquidità

Il DL Liquidità non piace a Fipe: "le misure del governo si rivelano utili per una piccola platea di imprenditori, ma per tutti gli altri permangono i problemi".

9 Apr 2020 - 01:30
Fipe non è soddisfatta del DL Liquidità
In questo momento in cui l'emergenza sanitaria causata dalla diffusione del COVID-19 va di pari passo con le difficoltà delle imprese e delle attività del nostro Paese, a causa delle misure contenitive, abbiamo bisogno anche di segnali positivi. Per questo Horecanews.it, tenendo fede al patto d'informazione con i suoi lettori, ha deciso di non fermare la normale programmazione ma di tenervi aggiornati sulle notizie del settore, anche per concedere un momento di svago dalle difficoltà del momento. Tramite una serie di manovre, il Governo prova a dare ossigeno alle imprese italiane che ormai da settimane affrontano difficoltà economiche, dettate, fra le altre cose, dalla mancanza di liquidità. È questa la parola chiave del nuovo DL Liquidità, che mette in campo 400 miliardi di euro e sospende contributi e tasse. La manovra, però, non sembra soddisfare la Fipe - Federazione Italiana Pubblici Esercizi, che ritiene che il decreto sia destinato solo a una parte degli imprenditori. “Dalla lettura delle bozze del decreto, purtroppo ancora non ci siamo. Le misure del governo si rivelano utili per una piccola platea di imprenditori, quelli decisi a chiedere prestiti sotto i 25mila euro, ma per tutti gli altri permangono i problemi. Il decreto, infatti, non sembra rilasciare risorse immediate alle imprese italiane. Chi chiederà cifre superiori ai 25mila euro deve fare diversi passaggi e rischia di dover aspettare ancora. Anche se venisse confermata la semplificazione della valutazione del credito da parte del Fondo centrale di garanzia, bisognerà comunque dare il tempo alle banche di svolgere le loro istruttorie. Il che significa ulteriore tempo, visto che anche gli istituti di credito in questo momento hanno problemi di organici. Una situazione che rischia di penalizzare chi ha maggiori problemi di liquidità e un tempo di sopravvivenza residua breve, come le imprese dei pubblici esercizi che hanno già perso oltre 22 miliardi di euro nel 2020. Il limite dei 25.000 € con garanzia automatica al 100% deve essere aumentato. Oltre al danno, però, ecco la beffa: chi riuscirà ad accedere ai prestiti, rischia di dover utilizzare buona parte del credito per pagare le tasse, la cui scadenza è stata prorogata solo fino a maggio. Stiamo assistendo al fallimento di decine di migliaia di imprese”.  È questo il giudizio che arriva da FIPE - CONFCOMMERCIO, la Federazione Italiana dei Pubblici esercizi, che rappresenta 300mila imprese della ristorazione, dell’intrattenimento, del turismo balneare e del catering Non sottovalutiamo lo sforzo fatto dal governo, ma serve velocità, zero burocrazia e certezza dei tempiprosegue la Federazione – e soprattutto servono risorse vere, contributi a fondo perduto per compensare anche solo parzialmente la perdita del fatturato. Indebitandosi si sposta il problema, non lo si risolve”.
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