Chiaretto di Bardolino: balzo in avanti del 21% nel primo trimestre 2020

Il Chiaretto di Bardolino ha chiuso il primo trimestre del 2020 con un balzo in avanti del 21,1% negli imbottigliamenti rispetto all'anno precedente

8 Apr 2020 - 01:30
Chiaretto di Bardolino: balzo in avanti del 21% nel primo trimestre 2020
In questo momento in cui l'emergenza sanitaria causata dalla diffusione del COVID-19 va di pari passo con le difficoltà delle imprese e delle attività del nostro Paese, a causa delle misure contenitive, abbiamo bisogno anche di segnali positivi. Per questo Horecanews.it, tenendo fede al patto d'informazione con i suoi lettori, ha deciso di non fermare la normale programmazione ma di tenervi aggiornati sulle notizie del settore, anche per concedere un momento di svago dalle difficoltà del momento. Il Chiaretto di Bardolino ha chiuso il primo trimestre del 2020 con un balzo in avanti del 21,1% negli imbottigliamenti rispetto ai primi tre mesi del 2019, confermandosi sempre di più come leader del movimento dei vini rosa italiani. Favorevole anche il trend del Bardolino, che nella classica versione in rosso ha fatto segnare un +2,6% di incremento. Complessivamente, la denominazione bardolinese evidenzia un trend di crescita del +9,7%. “La grande distribuzione, assecondando le esigenze delle famiglie - commenta il presidente del Consorzio di tutela del Chiaretto e del Bardolino, Franco Cristoforetti - ha incrementato la domanda di vini quotidiani e accessibili, capaci di esprimere una precisa identità e una qualità molto affidabile, e noi che abbiamo spinto il Chiaretto e il Bardolino in questa direzione stiamo raccogliendo frutti anche in una fase così delicata. Abbiamo già collocato 2,6 milioni di bottiglie di Chiaretto, mezzo milione in più del primo trimestre dello scorso anno. Il Bardolino è a 3,6 milioni”. “Anche se è prematuro fare considerazioni sull’evoluzione dello scenario - aggiunge Cristoforetti - non condividiamo le visioni pessimistiche che vorrebbero l’immediata adozione di misure emergenziali per il settore vitivinicolo. Piuttosto, a preoccuparci è la prospettiva di un turismo azzerato nell’area del Garda, che avrebbe ricadute soprattutto sulle piccole aziende agricole locali, le quali basano ampia parte della redditività sulla vendita diretta e sul collocamento presso bar e ristoranti della zona. La vera necessità è dunque quella di garantire liquidità alla filiera vinicola ora che i lavori di campagna chiedono forti spese, ed è su questo fronte che ci aspettiamo rapidi ed efficaci interventi da parte del Governo, delle pubbliche amministrazioni e del sistema bancario”. [contact-form-7 id="1103" title="Form Articoli"]
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