Caso Prosék: la Croazia vuole registrare il nome ma l'Italia si oppone

La Croazia ha inoltrato richiesta all'Ue per registrare la denominazione Prosék. Dall'Italia timore di ripercussioni negative sulla denominazione italiana, si oppongono Coldiretti, Associazione Colline Prosecco e Federvini.

4 Lug 2021 - 22:30
Caso Prosék: la Croazia vuole registrare il nome ma l'Italia si oppone
"Il via libera al Prosek croato è un attacco al Made in Italy e al prosecco nazionale che è il vino più esportato nel mondo ma anche il più imitato". È quanto affermato dalla Coldiretti in riferimento alla richiesta avanzata dalle autorità di Zagabria ai servizi della Commissione Ue per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della procedura per il ricosconimento della menzione tradizionale Prosék. "Una decisione - continua al Coldiretti - che rischia di indebolire la stessa Ue nei rapporti internazionali e sui negoziati per gli accordi di scambio dove occorre tutelare la denominazione prosecco dai falsi come in Argentina e Australia. Il successo del Prosecco che ha messo a segno un aumento delle bottiglier esportate nel mondo dell’8% nel primo trimestre del 2021 ingolosisce i falsari con imitazioni diffuse in tutti i continenti dal Meer-secco al Kressecco, dal Semisecco e al Consecco, ma è stata smascherata dalla Coldiretti la vendita anche del Whitesecco e del Crisecco".   Sulla questione è intervenuta anche Marina Montedoro, Presidente dell’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene.  width=“Difendere l’identità, il nome e il valore della denominazione Prosecco significa difendere l’identità del territorio. Per questo condividiamo le parole del Governatore Zaia e siamo al fianco della Regione nella difesa e nella tutela di quest’area e dei prodotti che rappresenta. Se l’Unione Europea accettasse la richiesta della Croazia di registrare il nome “Prosék”, si creerebbe confusione non solo rispetto al prodotto “Prosecco” sui mercati ma anche nei turisti e in tutti i visitatori, soprattutto esteri, portando ulteriore danno all’immagine, alla cultura, alle tradizioni e all’economia. Oggi l’italian sounding è un fenomeno che riguarda tanto i prodotti agroalimentari quanto i loro territori di origine e risulta gravemente lesivo per intere categorie economiche e per tutti i cittadini. Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono il frutto del lavoro tra le viti di uomini che, con la loro maestria e il loro ingegno, in centinaia di anni lo hanno reso unico. Una unicità riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio mondiale”. “Il Prosecco, insieme alle cultura enogastronomica, alle tradizioni, all’arte e al paesaggio – ha concluso Montedoro - rappresenta il cuore delle Colline del Prosecco ed è importante difenderne l’identità, anche per tutelare appassionati e turisti che cercano e vogliono una certificazione di autenticità”. Per Federvini si tratta di una "richiesta inaccettabile". Albiera Antinori, Presidente del Gruppo Vini di Federvini commenta: "appare incomprensibile l’atteggiamento della Commissione Europea che sta lasciando andare avanti il dossier. Il Regolamento europeo in materia (1308/2013) stabilisce che ogni denominazione di origine, come il nostro Prosecco, deve essere difesa da ogni tentativo di imitazione, anche attraverso la semplice traduzione linguistica. E il termine croato Prosek è semplicemente la traduzione di Prosecco".

 width=Federvini chiede con forza che il Governo italiano si faccia garante della protezione della nostra denominazione, che tanto successo ha avuto negli ultimi anni in tutto il mondo e faccia pressione sulla Commissione affinché riconosca l’inammissibilità della richiesta.

Ogni tentativo di indebolimento della nostra denominazione – spiega Micaela Pallini, Presidente di Federvini – deve essere respinto con forza.  Ringrazio quanti fra Ministero e Parlamento europeo si sono mossi già nei giorni scorsi in tal senso.  Ora diventa fondamentale che il sistema Paese si muova unito e in maniera coordinata. Il pericolo è la proliferazione di prodotti che sembrano italiano ma non lo sono: evitiamo di ripetere il caso del Parmesan, che tanti danni ha arrecato al nostro export caseario.  Tra l’altro indebolire le denominazioni di origine mette in pericolo i negoziati in corso con molti Paesi extra EU, negoziati che hanno nella difesa delle denominazioni di origine una delle principali ragioni alla base di innumerevoli tentativi di accordi commerciali per rilanciare l’export europeo. Difendere oggi Prosecco significa tutelare le denominazioni italiane ed europee sul mercato UE e nei mercati internazionali, non farlo sarebbe un boomerang ed un grave danno per tutto il sistema vinicolo, italiano ed europeo”.

È allineato sulle posizioni delle presidenti Antinori e Pallini, Giancarlo Moretti Polegato, presidente di Villa Sandi, azienda di riferimento del mondo Prosecco e associato storico di Federvini: “È tassativo difendere in tutte le sedi un prodotto simbolo di italianità nel mondo proprio grazie alla sua identità legata ad una precisa area produttiva. Sono fiducioso che come già successo in occasione di altri attacchi al Prosecco, le nostre istituzioni riusciranno a difenderne e tutelarne l’unicità ed esclusività”. [contact-form-7 id="1103" title="Form Articoli"]

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