Peggiorano i termini di pagamento ai fornitori nell'Horeca

Secondo l’analisi di CRIBIS, fra dicembre 2019 e maggio 2020, sono peggiorati i tempi di pagamento per l'Horeca, con forti disparità fra regioni.

20 Lug 2020 - 01:35
Peggiorano i termini di pagamento ai fornitori nell'Horeca

Fra dicembre 2019 e maggio 2020 si è registrato, in pochi mesi, un ulteriore peggioramento nei termini di pagamento ai fornitori per le imprese dei settori “servizi alle persone” (10 giorni di ritardo medio), commercio all’ingrosso (6 giorni), “locazione immobiliare” (4,5 giorni), “servizi alla imprese” (4 giorni) e Horeca (poco meno di 4 giorni). È quanto emerge da un’analisi di CRIBIS, società del gruppo CRIF specializzata nella business information.

Se guardiamo ai microsettori, lo studio di CRIBIS rileva un incremento dei termini di pagamento fra dicembre 2019 e maggio di quest’anno. width=

“Oltre a queste ripercussioni post Covid-19 che stiamo rilevando - commenta Marco Preti, amministratore delegato di CRIBIS è ragionevole prevedere un effetto “onda lunga” che colpirà le imprese anche nei prossimi mesi, annullando di fatto la positiva inversione di tendenza alla quale stavamo assistendo nei primi due mesi dell’anno”.

In questo scenario i tempi medi di pagamento delle aziende italiane ai fornitori sono aumentati di circa 2 giorni, passando da 86,8 a 88,7 giorni. Le imprese dell’ambito hotel, ristoranti e caffè (Horeca) e quelle della grande distribuzione organizzata (GDO) hanno risentito più di altre del lockdown conseguente all’emergenza coronavirus.

I ritardi nei pagamenti sono aumentati per il 40,8% delle aziende nell’Horeca e per il 38,9% nella GDO. Fra i settori che fanno registrare i tempi di pagamento più elevati, il commercio al dettaglio detiene una media di 92,5 giorni.

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Marco Preti Amministratore Delegato CRIBIS

A livello territoriale, pur essendo l’area meno colpita dal Covid, la situazione dei tempi di pagamento è ulteriormente peggiorata al Sud e nelle Isole, con una media di 101 giorni.

Le regioni dove Cribis ha rilevato un peggioramento più consistente delle abitudini di pagamento sono, nell’ordine, la Sicilia (35,2%), il Lazio (34,1%), la Campania (33,5%), la Calabria (32,7%) e l’Abruzzo (32,1%). L’Emilia-Romagna (22,7%), le Marche (23,4%), la Lombardia (23,6%), il Friuli - Venezia Giulia (24,3%) e il Veneto (24,4%) sono, invece, quelle in cui il peggioramento delle abitudini di pagamento è inferiore.  

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