Global mixology: il whisky ''invecchiato'' due mesi, il boom dei cocktail in Kazakistan, i drink spicy della Gen Z
A Hong Kong il whisky invecchiato solo due mesi grazie a una tecnica innovativa, il Kazakistan nuova frontiera della mixology, le preferenze della Gen Z al bar
BAR, MIXOLOGY E COCKTAIL - Ci vogliono almeno tre anni per fare il whisky, ma una distilleria di Hong Kong lancia (a caro prezzo) quello invecchiato solo due mesi grazie a una tecnica innovativa: marketing o rivoluzione? Il Kazakistan nuovo crocevia della mixology internazionale a seguito della guerra fra Russia e Ucraina. La Gen Z impazzisce per drink spicy, matcha e bevande funzionali. Ecco le notizie più importanti sul mondo di cocktail e distillati dai media internazionali.
Arriva il whisky invecchiato… due mesi!
Uno dei più rigidi princìpi nell’industria degli spiriti impone che il whisky (o whiskey, a seconda della provenienza) debba necessariamente maturare in botti (generalmente di rovere) per anni. Almeno tre, enunciano disciplinari e normative della maggior parte dei paesi produttori, a partire dalla Scozia, ma nessuno, di solito, comprerebbe mai una bottiglia di questo distillato invecchiato meno di sette anni, se non in un discount a prezzo stracciato. Eppure Kowloon Spirits, azienda nata quattro anni fa a Hong Kong, è riuscita a vendere mille bottiglie di whiskey (così si chiama nella città autonoma cinese, come in Irlanda e negli Usa) single malt invecchiato due mesi (nessun refuso, sono proprio due mesi, non due anni) a prezzi che vanno dal corrispondente di 76 euro per la versione da 40 gradi alcolici, fino ai 275 euro della più esclusiva variante da 50 gradi.
Non è una truffa, sull’etichetta non è mistificata alcuna età. A Hong Kong non esistono norme che impongano un invecchiamento minimo per definire un prodotto “whiskey”, mentre dalle nostre parti un distillato di malto di due mesi non potrebbe mai essere etichettato come tale ma al limite come “new make”, un prodotto ben diverso e non solo per questioni legali. Eppure, sul sito web di Kowloon Spirits si parla di un whiskey dal “profilo audace e affumicato che rende omaggio alla tradizionale lavorazione del whisky, ridefinita attraverso l'innovazione”. Il segreto, si legge su The Drinks Business, starebbe nell’innovativa tecnica di invecchiamento che, anziché in botti, avviene in una camera di acciaio inossidabile con una botte in legno stagionato precedentemente utilizzata per il vino porto dell’azienda Quinta De La Rosa, ottenendo una maturazione super-accelerata. “Nulla di artificiale, abbiamo solo aggiunto pressione, energia e temperatura ad aria, alcol e tempo, tradizionali elementi per l’invecchiamento del whisky”, spiegano Lawrence Lau e Max Rybinski, co-fondatori di Kowloon Spirits. Sottolineando come confrontare il loro metodo di invecchiamento con quelli tradizionali sia come paragonare "Tesla con le auto con motore a combustione" e che il loro whisky contiene "composti chimici essenziali" simili a quelli che si trovano nei single malt di 12 anni di Balvenie e Glenfiddich. Marketing o rivoluzione? Attendiamo di poterlo assaggiare per dare una risposta.

Kazakistan, nuova frontiera della mixology
New York, Londra, Barcellona, Singapore, Hong Kong, Macao… E poi? E poi la nuova frontiera della mixology internazionale potrebbe passare per il Kazakistan e in particolare per Almaty, la città più vivace e popolosa – già capitale fino al 1997 – della repubblica ex sovietica, con i suoi due milioni di abitanti. Qui lo scenario della mixology sì è animato negli ultimi anni a seguito del conflitto tra Russia e l’Ucraina, che ha portato centinaia di migliaia di russi, contrari alla guerra o al regime, a espatriare: stando a uno studio del 2022 dell'Università dell'Asia Centrale, ben 100mila si sono trasferiti in Kazakistan, per lo più "persone altamente qualificate, relativamente giovani ed economicamente attive provenienti dalle grandi città russe".
Tra questi, racconta Drinks International, alcuni bravi bartender provenienti da Mosca e soprattutto Arina Nikolskaya, presidente della World's 50 Best Bars Academy per l'Europa dell'Est, l'Asia Centrale e i Paesi Baltici che, prima del febbraio 2022, ha guidato il Moscow Bar Show. "Non potevo restare", spiega: "A parte condannare tutto il sistema, provenire da una famiglia di persone politicamente oppresse e temere di essere rinchiusa nel Paese, metà delle mie attività erano in Russia, l'altra metà in Ucraina". Stabilitasi ad Almaty col marito Max Kravi, ha contribuito a dare visibilità e a far crescere la scena cittadina dei bar: dal 2023 la coppia organizza il Nomad Bar Show e ha lanciato lo Shift Project, un collettivo di bartender locali che punta a diffondere la cultura dei cocktail attraverso guest internazionali, formazione ed eventi di livello globale basati ad Almaty, come il recente Almaty Bar Shift che ha portato in città diversi importanti esponenti della bar industry da mezzo mondo.

Almaty
La Gen Z vuole alcolici spicy, matcha e bevande funzionali
Non solo cocktail low e zero alcol: secondo il report “Summer F&B Playbook” di Tastewise, riportato da Convenience Store News e basato su dati raccolti tra aprile 2023 e aprile 2025, è il momento anche di drink alcolici spicy, bevande funzionali e matcha. Grazie soprattutto alla Gen Z. Lo studio mostra una crescita del 6% anno su anno degli alcolici speziati, con cocktail come Spicy Sauvy B (vino bianco e jalapeño) e Spicy Margarita che spopolano nei locali londinesi (e sui social).
Bene anche le bevande non alcoliche, con il 77% dei consumatori che le sceglie in cerca benefici funzionali: spiccano drink a base di funghi (reishi e lion’s mane, +11%), prebiotici (+29%) e per supporto ormonale (+19%). Non a caso, la rapstar Snoop Dogg ha lanciato Iconic Tonics, linea di bevande funzionali e a base di cannabis. Il matcha cresce del 43%, spesso abbinato a fragola, ube, miele salato e pistacchio. La Gen Z, in particolare, mostra interesse per alimenti e bevande ad alto contenuto proteico (+27%).

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