Alla scoperta del Sex on the Beach: storia, ricetta e curiosità
Nome intrigante, gusto fresco e beverino per un cocktail iconico degli anni ’80 e ’90 a base di vodka e liquore alla pesca
BAR, MIXOLOGY E COCKTAIL - Icona delle estati degli anni ’80 e ’90, il Sex on the Beach deve la sua popolarità al gusto fruttato, alla bevuta facile e dissetante ma anche al nome: quanto è intrigante un cocktail – a base di vodka e liquore alla pesca - che si chiama “sesso sulla spiaggia?”. Ma non è solo per il nome se è ancora apprezzato ai giorni nostri.
La storia
Nonostante sia un drink relativamente giovane (è nato appunto negli anni ’80), le origini del Sex on the Beach sono nebulose. Secondo la storia più attendibile, sarebbe stato creato in Florida dal barman Ted Pizio nell’ambito di un concorso lanciato nel 1987 dal distributore di alcolici National Distribution a Fort Lauderdale, in Florida, con lo scopo di premiare il bartender che, attraverso un cocktail originale, fosse riuscito a vendere il maggior numero di Peachtree, un liquore alla pesca prodotto dall’olandese De Kuyper durante lo Spring Break, la settimana delle vacanze di Pasqua.
Pizio, al Bar Confetti’s, miscelò il liquore di pesca con vodka, succo d’arancia e granatina, vincendo la competizione grazie al successo ottenuto dal suo drink, che decise di chiamare Sex on the Beach per richiamare ciò che, allora, richiamava a Fort Lauderdale centinaia di migliaia di giovani da tutti gli Stati Uniti durante lo Spring Break…
Il drink conquistò rapidamente popolarità nel momento in cui i ragazzi, tornati nelle proprie città, iniziarono a chiederlo nei propri bar di riferimento raccontandone la ricetta ai malcapitati barman, che a seconda dei ricordi dei giovani clienti si sentirono riferire formule diversissime fra loro e spesso improbabili.
A fare ordine contribuì nel 2004 l’International Bartenders Association (IBA), che inserì per la prima volta il Sex on the Beach nella sua lista ufficiale di cocktail (fra i Most Popular, dal 2011 nella nuova categoria Contemporary Classics) riprendendo la ricetta originale di Ted Pizio, con l’unica variante dell’utilizzo dello sciroppo di cranberry al posto della granatina.
La ricetta IBA del Sex on the Beach
Tecnica: Build
Bicchiere: Highball
Ingredienti:
- 40 ml vodka
- 20 ml peach schnapps (liquore alla pesca)
- 40 ml succo d’arancia
- 40 ml succo di cranberry
- Garnish: fetta di arancia
Le varianti
Quella del Sex on the Beach è una ricetta piuttosto versatile, tanto che negli Usa fra gli anni ’80 e ’90, all’apice della fama di questo cocktail, se ne diffusero tantissimi twist. L’IBA, nell’ultima edizione della sua lista ufficiale, quella del 2024, fra i “tips” suggerisce ad esempio di sostituire la vodka con del rum bianco tagliato con rum giamaicano o agricole, oppure di lavorare su infusioni a base vodka, ad esempio al pepe rosa e buccia di lime. Originale l’idea di aggiungere un top di birra weiss o una foam aromatizzata alla pesca e cranberry.
Da provare, poi, la versione shakerata proposta nel 2002 dal grande bartender Dale DeGroff con 45 ml di vodka, 7,5 ml di Chambord (liquore al lampone nero), 15 ml di Peachtree, 60 ml di succo d’ananas, 60 ml di succo di cranberry, servita in tumbler alto.
Il Sex on the Beach al cinema
Nonostante la sua notorietà, fino a oggi il Sex on the Beach non è stato granché citato sul grande schermo, almeno in film di primo piano. Lo ritroviamo giusto in una particina nel film tv americano del 2002 “Gli occhi della vita” (“Hysterical blindness” il titolo originale), diretto dall’indiana Mira Nair con un cast di tutto rispetto che comprende fra gli altri Uma Thurman, Gena Rowlands, Ben Gazzarra e Juliette Lewis: proprio quest’ultima sorseggia il nostro cocktail in una scena di questo dramma sentimentale ambientato, guarda caso, negli anni ‘80.
Cercando sul web, poi, si trovano tracce di tantissimi opere dal titolo “Sex on the Beach”, fra corti e lungometraggi di varia provenienza (fra cui una italiana, una commedia del 2021 diretta da Felice Bonfiglio), ma purtroppo nessuna ha toccato vette di notorietà significative. E, soprattutto, non ci è dato di sapere quale sia la relazione fra il titolo e il drink omonimo.

Photo Credit: Nicole Cavazzuti
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