12 alimenti che spariranno a causa dei cambiamenti climatici

11 Apr 2018 - 04:46
Caffè, riso, cioccolato, vino, quanti alimenti spariranno a causa dei cambiamenti climatici? A quali saremo pronti a rinunciare quando il riscaldamento globale avrà modificato del tutto i nostri terreni e le nostre coltivazioni? Sarebbero ben 12 gli alimenti a cui dovremo dire addio nel prossimo futuro, secondo lo studio pubblicato dal World Economic Forum, che mette in diretta correlazione i cambiamenti climatici, causati dall'innalzamento globale delle temperature, e la salute sempre peggiore di numerose piante e frutti. I voraci consumatori di avocado, un alimento che impazza sopratutto negli Stati Uniti che importano l'80% del prodotto dal Messico, avranno una brutta sorpresa. Questo alimento richiede ben 72 galloni di acqua per frutto, una quantità spropositata, e come se non bastasse, l'incessante richiesta di avocado abbinata alla crescita del prezzo di esportazione sta incrementando la già rapida deforestazione dei pini nel Messico centrale. Niente più guacamole per l'aperitivo! Ma se in Italia potremmo anche fare a meno dell'avocado, siamo pronti a rinunciare al cioccolato? Come spesso accade, diamo per scontato ciò che amiamo, ma la coltivazione del cacao richiede delle regole rigidissime da soddisfare per portare a termine la maturazione delle fave e si prevede che già entro il 2030 questi requisiti potranno essere sempre meno soddisfatti. Coltivazioni a circa 20° a nord e sud dell'equatore, terreno molto ricco di nutrienti e un tasso di umidità elevato o addio al cacao! E non viene risparmiato neanche un prodotto che è un vanto italiano nel nostro Paese e all'estero, l'uva da vino. Secondo gli enologi, nei prossimi 50 anni si prevede un potenziale calo nella produzione che arriverà all'85%. Il pericolo però potrebbe essere sventato, secondo uno studio di Nature Climate Change, se i viticoltori sfruttassero al meglio la diversità esistente all'interno delle colture, per far sì che i terreni rispondano al meglio al surriscaldamento. Attualmente si calcola che il 70-90% degli ettari a disposizione siano sfruttati piantando sempre le stesse 12 varietà che corrispondono all'1% delle uve disponibili. Per non parlare delle drupe, frutti decimati dalle temperature altalenanti, tra cui pesche, albicocche, nettarine, prugne e ciliegie, sempre più rare e quindi costose. E passiamo a un altro alimento molto consumato dagli italiani, il caffè. In che modo il clima sta impattando sulle coltivazioni dei chicchi neri a noi tanto cari? Ebbene, qui entrano in gioco gli insetti impollinatori. Le api e altre varietà simili conservano un ruolo chiave, grazie all'impollinazione, nella produzione del caffè e ne incrementano la produzione del 20-25%, migliorandone la qualità attraverso la resa di chicchi più uniformi. Ma è proprio il cambiamento del clima a modificare questo assetto, influenzando il comportamento degli insetti e, di conseguenza, la resa delle colture. Entro il 2050, con tutta probabilità, i terreni coltivabili ideali per il caffè diminuiranno del 72-88% a causa proprio dell'innalzamento delle temperature. Si dipinge pian piano uno scenario quasi apocalittico, quello in cui dovremo rinunciare ad alcuni degli alimenti più consumati nel nostro quotidiano, ma la lista non finisce qui. Fragole e banane subiscono un calo nella produzione a causa di ritardi nella maturazione e dell'impossibilità di crescere e prosperare in un clima costante. Frumento, mais e riso, fondamentali per qualsiasi popolazione nel mondo, sono in pericolo. E ancora germogli di soia, sciroppo d'acero, ceci e arachidi, tra gli alimenti di cui si prospetta una prossima estinzione. I cambiamenti climatici sono una realtà di fatto con cui l'agricoltura mondiale dovrà fare i conti, ma una cosa è certa, non si potrà correre ai ripari quando sarà troppo tardi. Il surriscaldamento globale non potrà decretare da solo le evoluzioni delle coltivazioni, ma faranno la loro parte le scelte politiche, le richieste globali e le azioni degli agricoltori che influenzeranno l'offerta nel futuro. Secondo i ricercatori, saranno gli agricoltori che modernizzeranno i loro metodi e diversificheranno le coltivazioni a sopravvivere facilmente ai cambiamenti.
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