Wine Intelligence: come si comportano i consumatori nel mondo?

Gli esperti di Wine Intelligence hanno analizzato il comportamento dei consumatori italiani e di alcuni paesi del mondo in seguito all'emergenza sanitaria.

19 Marzo 2020 - 03:32
Wine Intelligence: come si comportano i consumatori nel mondo?
In questo momento in cui l'emergenza sanitaria causata dalla diffusione del COVID-19 va di pari passo con le difficoltà delle imprese e delle attività del nostro Paese, a causa delle misure contenitive, abbiamo bisogno anche di segnali positivi. Per questo Horecanews.it, tenendo fede al patto d'informazione con i suoi lettori, ha deciso di non fermare la normale programmazione ma di tenervi aggiornati sulle notizie del settore, anche per concedere un momento di svago dalle difficoltà del momento. Per la grande distribuzione italiana si è raggiunto il picco di fatturato che si tocca a Natale, negli USA e Regno Unito la preoccupazione è crescente, calma apparente in Brasile e Sudafrica: l’indagine di Wine Intelligence riporta le impressioni dal punto di vista degli esperti di vino e consumi in giro per il mondo, che monitorano il comportamento dei consumatori e danno alcune impressioni sulle previsioni dell'impatto del Coronavirus sul mondo del vino. In Italia, l'evento più eclatante è stato l'assalto ingiustificato ai supermercati. Carrelli riempiti con pasta, sughi, acqua minerale e altri alimenti per paura che finiscano. Lo studio di Wine Intelligence riporta un commento del corrispondente italiano di Pierpaolo Penco: "Il direttore di un importante gruppo italiano di wine & spirits, che aveva recentemente parlato con il responsabile di una catena di vendita al dettaglio mi ha confermato come nelle ultime settimane i punti vendita della grande distribuzione abbiano realizzato un fatturato vicino a quello di Natale”. Per il mondo del vino, continua Penco, “sarà il periodo più difficile dallo scandalo del metanolo del 1985. Quando l'emergenza sarà passata, il consumatore vorrà tornare alla propria normalità, riprendendo l'abitudine degli aperitivi e dell'acquisto di vini e alcolici nelle varie occasioni di socializzazione, ma "fino ad allora prevedo alcune difficoltà per le aziende vinicole, soprattutto quelle di piccole dimensioni, che hanno concentrato una parte importante delle loro vendite direttamente in cantina, e si sono affidati sempre più ai turisti internazionali", conclude Penco. Negli Stati Uniti si inizia a risentire del diffondersi dei contagi e già negli scorsi giorni la gente ha iniziato a uscire meno, tendendo a ordinare di più da casa. Nel Regno Unito non ci sono stati cambiamenti sostanziali, ma ci si aspetta un picco fra 6-8 settimane ed è tutto ancora da vedere. Mentre in Australia c'è stato un forte calo di vendite di vino, soprattutto dovuto all'assenza del normale flusso di turisti cinesi che in questo periodo avrebbe partecipato alla festa di primavera. In generale, nel mondo le vendite al dettaglio non hanno subito arresti, tutt'altro. Mentre il turismo, travel retail e tutto l'indotto che si basa sul flusso turistico e l'acquisto di persona sta subendo gravi perdite. Secondo l'esperto di Wine Intelligence per l'Italia sarà il periodo più difficile dopo lo scandalo del metanolo negli anni Ottanta. Per il turismo, com'è prevedibile, si dovrà aspettare un po' per il recupero dei numeri di turisti internazionali registrati fino ad ora. Si spera molto nella stagione estiva, che potrà far tornare una discreta normalità e ridare ossigeno alle aziende, soprattutto quelle piccole, non strutturate per affrontare perdite di questo genere.
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