Utilizzo professionale dell'ozono: uno studio INAIL-ISS ne valuta rischi ed efficacia

Iss-Inail hanno elaborato uno studio per fornire le evidenze tecnico-scientifiche ad oggi disponibili sull’uso dell’ozono in ambito professionale Approfondimenti anche sulle applicazioni nel settore alimentare

1 Sett 2020 - 23:08
Utilizzo professionale dell'ozono: uno studio INAIL-ISS ne valuta rischi ed efficacia
Un gruppo di ricercatori Iss-Inail ha elaborato il documento “Focus on: utilizzo professionale dell’ozono anche in riferimento al COVID-19. Versione del 23 luglio 2020”, con l’obiettivo di fornire le evidenze tecnico-scientifiche ad oggi disponibili sull’uso dell’ozono nel contesto epidemico COVID-19. Lo studio contiene inoltre una sezione dedicata all'utilizzo e le applicazioni dell'ozono nel comparto alimentare e per la sanificazione degli ambienti. Va ricordato che in Italia l'ozono può essere commercializzato ed usato esclusivamente come sanificante e non come disinfettante e che per le sue proprietà chimico- fisiche e tossicologiche - soprattutto la sua capacità ossidante - l'ozono è classificato come sostanza pericolosa. Per contrastare la sua pericolisità e potenzialità tossica, sono stati sviluppati sistemi la decomposizione dei residui rinvenibili negli ambienti chiusi a seguito dell'uso di dispositivi in grado di generarlo. In questo periodo di emergenza sanitaria l'ozono è stato scelto spesso come soluzione per la sanificazione degli ambienti di lavoro; in questo contesto e per tali scopi lo studio lo ritiene un metodo efficace, sebbene debba essere messo in pratica in modo molto scrupoloso. I ricercatori, infatti, specificano che i generatori di ozono vanno utilizzati adottando misure adeguate e con una scelta corretta del macchinario in base alla grandezza degli spazi (un generatore grande non è adatto ad un ambiente piccolo) in modo che il processo di sanificazione avvenga in totale sicurezza sia per gli operatori che la effettuano sia per chi dovrà frequentare e trovarsi nel locale igienizzato (per tanto se ne sconsiglia l'uso domestico). Nonostante le necessarie precauzioni da adottare, INAIL e ISS stabiliscono quindi che l'ozono è un sanificante efficace contro il SARS-CoV-2, auspicando quanto prima la messa in pratica di nuovi studi per definire protocolli standard per una sanitizzazione efficace e sicura degli ambienti quanto delle superfici.

L'uso alimentare dell'ozono

Per quanto riguarda l'uso alimentare dell'ozono il Focus specifica che non esiste nell'Unione Europea una normativa specifica per l’uso diretto dell’ozono sugli alimenti, con l’eccezione delle acque minerali naturali. Per quanto riguarda l'Italia, invece, come riporta il testo: Il Ministero della Sanità, con protocollo del 31 luglio 1996 n. 24482, ha riconosciuto l’utilizzo dell’ozono nel trattamento dell’aria e dell’acqua, come presidio naturale per la sterilizzazione di ambienti contaminati da batteri, virus, spore, muffe ed acari. Nel 2010 il Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare (CNSA) ha emesso un parere sull’utilizzo dell’ozono per la disinfezione delle camere di stagionatura dei formaggi (CNSA, 2010). Il CNSA, che fa riferimento al protocollo del Ministero della Salute del 31 luglio 1996 n. 24482, ha espresso parere favorevole alla ozonizzazione delle camere di stagionatura e/o degli ambienti di stoccaggio, purché in assenza di alimenti e purché il trattamento non sia in contrasto con specifici disciplinari di produzione. A parte il ben noto potere ossidante dell’ozono il parere non ha evidenziato contro indicazioni specifiche. Lo studio prosegue: Ovviamente l’utilizzo dell’ozono sugli alimenti non dà luogo a residui: l’ozono “in eccesso” viene rapidamente trasformato in ossigeno (Prabha et al., 2015). L’uso a livelli eccessivi a contatto con talune matrici può tuttavia provocare la formazione di composti tossici: questo aspetto va valutato caso per caso (EFSA, 2012). La letteratura scientifica evidenzia possibili problemi indiretti relativi ad un impatto sulle qualità nutrizionali, in particolare la riduzione della vitamina C e di altri antiossidanti e l’aumento di perossidi. La letteratura disponibile mostra che questi effetti esistono, che la loro presenza ed entità variano in relazione al tipo di alimenti (e quindi del contenuto di antiossidanti, della quantità di sostanze, ad esempio grassi polinsaturi, vulnerabili alla ossidazione, ecc.) nonché all’entità del trattamento. Per contro, dai dati della letteratura è molto difficile trarre indizioni per un rapporto fra la dose di ozono e l’effetto (rapporto verosimilmente diverso a seconda del tipo di alimento). Inoltre, i lavori pubblicati non forniscono alcuna indicazione su un eventuale rischio per la salute associato a tali effetti, che sono comunque indesiderati. Queste considerazioni spingono tuttavia ad introdurre un elemento di ulteriore prudenza nei confronti di trattamenti indiscriminati con ozono. Inoltre è stata valutata l'efficacia dell'uso dell'ozono nel settore alimentare: il suo utilizzo è stato studiato soprattutto per la riduzione del rischio biologico, chimico e tossicologico di specifici prodotti non idonei a subire trattamenti convenzionali o per i quali tali trattamenti non risultino efficaci. Come riporta il focus il trattamento ad ozono o con acqua ozonizzata potrebbe essere messo in pratica e risultare efficace per: I) la riduzione della carica microbica superficiale di prodotti ready-to-eat quali ad esempio frutta e verdura di IV gamma al fine di prolungarne la shelf-life; II) l’abbattimento di microorganismi patogeni potenzialmente presenti, quali ad esempio Salmonella, Listeria, Campylobacter, pathogenic E. coli, ecc. su materie prime di origine animale (es. carne e pesce) o su carcasse animali; III) la degradazione e detossificazione di specifiche micotossine nei cereali; IV) la degradazione e rimozione di residui di pesticidi da prodotti ortofrutticoli; V)l’uso come alternativa ai fumiganti per il controllo degli insetti infestanti; VI) l’uso per la sanificazione delle superfici e degli impianti/macchinari." Infine, diversi studi hanno valutato l’efficacia dell’ozono o dell’acqua ozonizzata come virucida in ambito alimentare o di produzione agroalimentare.

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