Tutte le curiosità viste a Vinitaly

15 Apr 2019 - 03:35
Tutte le curiosità viste a Vinitaly
Un'etichetta realizzata in fieno per non sprecare carta prodotta da la Cantina di Venosa in Basilicata e un vino che invecchia in miniera: sono soltanto due delle curiosità presentate a Casa Coldiretti durante l'ultima edizone di Vinitaly. Le novità sono state innumerevoli. L'etichetta fatta con il fieno coltivato in azienda invece che con la carta, è una soluzione totalmente sostenibile che punta sull'economia circolare per rendere realmente "green" le bottiglie di Aglianico del Vulture Doc. La società vinicola “Otri del Salento” di San Pancrazio Salentino (Brindisi), ha presentato, invece, l’innovativo vino scomponibile, mini bottiglie di vetro da 25 centilitri che, messe ad incastro una sull’altra, formano un’unica bottiglia con 3 tipologie di vino diverse. C’è poi chi ha ideato forme di invecchiamento alternative alla classica cantina, per dare al vino valori organolettici e caratteristiche assolutamente uniche. Un esempio viene dall’azienda agricola Monte Due Torri di Genzano (Roma) che mette a maturare per uno o due anni spumante e vino rosso sul fondo del lago di Nemi. “Riposa” addirittura sotto il lago ghiacciato di Levico lo spumante Lagorai prodotto dalla Cantina Romanese, in provincia di Trento. La Cantina Tramin per sette anni fa maturare il suo Gewürztraminer in una delle gallerie dell’ex miniera di Monteneve, a 2.000 metri di quota, tra le Valli di Ridanna e Passiria, in Alto Adige, a 450 metri di profondità. Francesco Gabriele Bafaro ha creato l'archeo-vino ricostruendo il processo di vinificazione usato nel Bruzio, l’antica Enotria. In anfore di terracotta da 800 litri, create dai mastri artigiani fiorentini, viene conservato all’Isola d’Elba anche il vino della Cantina Arrighi. A Perugia le Cantine Goretti hanno inventato un’etichetta che cambia colore in base alla temperatura, facilitando il giusto abbinamento ai piatti. Nel Bergamasco l’azienda agricola Nove Lune coltiva vitigni resistenti alle malattie che eliminano del tutto o quasi l’uso di trattamenti chiamati super-bio, da cui nasce un vino ancestrale, ottenuto da una antica tecnica di vinificazione.
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