Scatta il fermo pesca 2019. Ecco le date e le novità

30 Lug 2019 - 03:30
Scatta il fermo pesca 2019. Ecco le date e le novità
Al via il fermo pesca che porta al blocco delle attività della flotta italiana lungo l’Adriatico con il conseguente stop al pesce fresco a tavola. A darne notizia è Coldiretti Impresapesca in occasione dell’avvio del provvedimento per risparmiare le risorse del mare.

Le date del fermo pesca 2019

Il fermo pesca – sottolinea la Coldiretti – bloccherà le attività dei pescherecci per 30 giorni consecutivi, dal 29 luglio fino al 27 agosto dal Friuli Venezia Giulia al Veneto, dall’Emilia Romagna fino a parte delle Marche e della Puglia. Il blocco inizialmente varrà infatti – spiega la Coldiretti – da Trieste ad Ancona e da Bari a Manfredonia, mentre lungo l’Adriatico nel tratto da San Benedetto e Termoli le attività si fermeranno il 15 agosto fino al 13 settembre. Per Sicilia e Sardegna – spiega Coldiretti Impresapesca – sarà, invece, fissato per un mese tra agosto e ottobre su indicazione delle Regioni. La novità di quest’anno è che – spiega Coldiretti Impresapesca – in aggiunta ai periodi di fermo fissati i pescherecci dovranno effettuare ulteriori giorni di blocco che vanno da 7 a 17 giorni, a seconda dalla zona di pesca alla quale sono iscritti. Le giornate di stop saranno decise direttamente dai pescatori che dovranno darne comunicazione scritta entro le ore 9 del giorno stesso. L’intero ammontare delle giornate aggiuntive dovrà essere obbligatoriamente effettuato entro il 31 dicembre 2019.  width=In un Paese come l’Italia che importa dall’estero 8 pesci su 10, nei territori interessati dal fermo biologico aumenta peraltro anche il rischio – sottolinea Impresapesca Coldiretti – di ritrovarsi nel piatto per grigliate e fritture, soprattutto al ristorante, prodotto straniero o congelato se non si tratta di quello fresco Made in Italy proveniente dalle altre zone dove non è in atto il fermo pesca, dagli allevamenti nazionali o dalla seppur limitata produzione locale dovuta alle barche delle piccola pesca che possono ugualmente operare. “Per non cadere in inganni pericolosi per la salute occorre garantire la trasparenza dell’informazione ai consumatori dal mare alla tavola estendendo l’obbligo dell’indicazione di origine anche ai menu dei ristoranti con una vera e propria ‘carta del pesce’ - ha dichiarato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che - passi in avanti sono stati fatti sull’etichettatura nei banchi di vendita, ma devono ora essere accompagnati anche dall’indicazione della data in cui il prodotto è stato pescato”.

I consigli di Coldiretti per acquistare il pesce fresco

Per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo il consiglio di Coldiretti Impresapesca è dunque di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Le provenienze sono quelle dalle Gsa:
  • 9 (Mar Ligure e Tirreno),
  • 10 (Tirreno centro meridionale),
  • 11 (mari di Sardegna),
  • 16 (coste meridionali della Sicilia),
  • 17 (Adriatico settentrionale),
  • 18 (Adriatico meridionale),
  • 19 (Jonio occidentale),
  • oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon),
  • 8 (Corsica),
  • 15 (Malta).
Ma si può anche rivolgersi alle esperienze di filiera corta per la vendita diretta del pescato che Coldiretti Impresapesca ha avviato presso la rete di Campagna Amica. Coldiretti, nonostante la riduzione del periodo fisso di blocco delle attività e la possibilità per le imprese di scegliere i restanti giorni di stop, esprime un giudizio non positivo sul fermo pesca 2019. Questo perché, secondo Coldiretti Impresapesca, la misura continua a non rispondere alle esigenze della sostenibilità delle principali specie target della pesca nazionale né alle esigenze delle imprese. L’auspicio è che dal 2020 si possa partire dalle novità positive per mettere in campo un nuovo sistema che tenga realmente conto delle esigenze di riproduzione delle specie e delle esigenze economiche delle marinerie.
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