Ristoranti e Agriturismi: cosa si può e non si può fare fino al 15 gennaio

Il nuovo decreto impone la chiusura della ristorazione su tutto il territorio nazionale nel weekend del 9 e 10 gennaio. Ecco cosa si può e non si può fare fino al 15 gennaio.

8 Gen 2021 - 00:35
Ristoranti e Agriturismi: cosa si può e non si può fare fino al 15 gennaio
Il D.L. n. 1/2021 disciplina le misure restrittive di prevenzione Covid valide fino al 15 gennaio 2021. Le indicazioni del governo riguarderanno soprattutto gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, dai pub ai ristoranti, dalle pizzerie agli agriturismi.

Weekend 9-10 gennaio: la ristorazione italiana si ferma

Nello specifico, il nuovo dl prevede che nel weekend del 9 e 10 gennaio tutto il territorio nazionale sia considerato zona arancione. Ciò significa che sono sospese le attività dei servizi di ristorazione, restando tuttavia consentiti il delivery (senza restrizioni orarie) e il take away (fino alle ore 22.00), con divieto di consumazione sul posto o nelle vicinanze del locale; restano comunque aperti, senza limitazioni orarie, gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande siti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le autostrade, gli itinerari europei E45 e E55, negli ospedali, negli aeroporti, nei porti e negli interporti; continuano, inoltre, ad essere consentiti le mense e il catering continuativo su base contrattuale.

E gli altri giorni fino al 15 Gennaio

Nelle restanti giornate del 8, 11, 12, 13, 14 e 15 gennaio 2021, varranno le disposizioni relativi alle zone gialla, arancione e rossa secondo le indicazioni del Ministero della Salute. Così, nelle Regioni in zona “gialla”, le attività dei servizi di ristorazione (codice ATECO 56) sono consentite dalle ore 5.00 sino alle ore 18.00, con un massimo di 4 persone per tavolo, ad eccezione del caso in cui siano tutte conviventi. La ristorazione con asporto (take away) può essere effettuata solo fino alle ore 22.00, mentre non è sottoposta a limitazioni orarie la consegna a domicilio (delivery). Restano consentite le attività delle mense e il catering continuativo su base contrattuale, e restano aperti, senza limitazioni orarie, gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande siti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le autostrade, gli itinerari europei E45 e E55, e quelle presso ospedali, aeroporti, porti e interporti.
Restano in vigore le altre disposizioni contenute nel DPCM del 3 dicembre 2020, tra cui il divieto di svolgimento di feste, sagre, fiere, convegni, congressi, cerimonie pubbliche, nonché la sospensione delle attività che abbiano luogo in sale da ballo, discoteche e locali assimilati, delle attività di sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò.

Agriturismi salvati dal delivery

Cia-Agricoltori Italiani denuncia così la chiusura nel weekend 9-10 gennaio di 24mila agriturismi italiani. A queste realtà resta tuttavia la possibilità di puntare su consegna a domicilio e asporto, che hanno sostenuto le attività durante le festività natalizie nonostante le chiusure. Lo confermano le oltre 100 mila consegne a domicilio registrate dagli agricoltori di Cia in sei mesi dall’attivazione del portale “I Prodotti dal campo alla tavola” (https://iprodottidalcampoallatavola.cia.it/) che oggi ospita, organizzate per regioni, oltre 1.000 attività tra aziende e agriturismi, pronte a recapitare, tutti i giorni, direttamente a casa, prodotti agricoli freschi e piatti tipici regionali preparati dagli Agrichef.
Il portale di consegna a domicilio si conferma, per Cia, una scelta necessaria e strategica per dare sostegno alle famiglie e supportare la tenuta delle aziende agricole e degli agriturismi ma, ribadisce l’organizzazione, non può certo rappresentare la soluzione, tanto più nel lungo periodo. Con il Covidle strutture agrituristiche hanno perso, durante le festività, più di 2 milioni di presenze. È in gioco, a livello nazionale, la sussistenza di 100 mila operatori e un fatturato annuo di circa 1 miliardo prima della pandemia. Servono, dunque, come già sollecitato al Governo, contributi a fondo perduto più sostanziosi e, in particolare, la cassa integrazione per i dipendenti. Molte attività rischiano di chiudere i battenti, mentre la primavera è dietro l’angolo e richiederebbe sin da ora una reale programmazione e strategie efficaci. [contact-form-7 id="1103" title="Form Articoli"]
Compila il mio modulo online.