L'olivicoltura siciliana punta a diventare intensiva ma di qualità

18 Sett 2018 - 02:45
L'olivicoltura siciliana punta a diventare intensiva ma di qualità
Progetti ambiziosi per l'olivicoltura siciliana che punta a diventare intensiva passando da 200 piante per ettaro con il metodo semi intensivo a 500 con il metodo intensivo. Produrre un buon olio di qualità a prezzi contenuti, per essere competitivi sui mercati, è l'obiettivo degli olivicoltori siciliani. Per ottenere questo risultato esiste una sola strada maestra, quella di abbassare i prezzi, rendendo più contenuti i costi relativi alla raccolta e alla potatura e quindi con un ammodernamento degli impianti. Le conclusioni qui riportate sono emerse nel corso del convegno che ha concluso a Mazara del Vallo la dodicesima edizione de L’Isola del Tesolio, la giornata di studi e tasting dedicata alla Sicilia e al suo olio extra vergine d’oliva, organizzata e promossa dal Co.Fi.Ol, il Consorzio della filiera olivicola presieduto da Alessandro Chiarelli.

La coltivazione olivicola in Sicilia

Nell’Isola esistono circa 150 diverse varietà di olive e la regione è il terzo produttore nazionale dopo Puglia e Calabria. In Sicilia ci sono 619 frantoi oleari, oleifici attivi, distribuiti in tutte le 9 province siciliane: Provincia di Palermo (124 frantoi), Agrigento (91), Messina (84), Catania (67), Enna (44), Siracusa (36), Ragusa (33), Trapani( 97) e Caltanissetta (43 frantoi). Sei le DOP presenti nell’area olivicola siciliana, rispettivamente nelle province di: Trapani con due Oli DOP (Valli Trapanesi, Valle del Belice), Palermo (Val di Mazara), Messina (Valdemone), Catania (Monte Etna), Ragusa (Monti Iblei). Secondo Paolo Inglese, docente in Scienze agrarie, alimentari e forestali all’Università di Palermo, la mancanza di ammodernamento degli impianti è uno dei maggiori problemi dell'olivicoltura siciliana. Negli ultimi cinquanta anni l'intervento sull'impiantistica è stato sicuramente minimo e questo pesa sul costo di produzione totale del 70-80%. Il paragone con i competitor è altamente negativo per il settore siciliano, complice il costo della manodopera estremamente basso nei Paesi al di fuori della Comunità europea. In Sicilia, sostiene sempre Inglese, nove consorzi di ricerca sono inutili quando ne basterebbero due o tre come accade in Alto Adige, dove solo due consorzi hanno una valenza mondiale. Gli esperti parlano per il 2018 di una raccolta ottima, anticipata a fine settembre causa il gran caldo di questa estate e un prezzo medio all'ingrosso che andrà dai 4 ai 7 euro al litro di olio extravergine. La dodicesima edizione di Isola del Tesolio si è chiusa con la consegna dei premi “Oliva d’oro – selezione speciale Barbera”, iniziativa con cui ogni anno vengono premiate le personalità che si sono distinte nei diversi ambiti nella promozione e nella diffusione della cultura dell’olio extravergine siciliano.
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