La Partita del Cuoco: sfida tra chef a Torino per la ricerca

22 Maggio 2019 - 03:39
La Partita del Cuoco: sfida tra chef a Torino per la ricerca
Una sfida calcistica tra chef stellati per combattere il cancro si svolgerà il 25 maggio. La prima edizione della "Partita del Cuoco" farà da anteprima alla ormai storica "Partita del cuore" tra la Nazionale cantanti e i Campioni per la ricerca, in programma il 27. Il via alle 15 al campo Sisport Mirafiori (via Olivero, 40) con un unico obiettivo: raccogliere fondi, tramite offerta libera, a favore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus di Candiolo. Si tratterà di una partita di due tempi da venti minuti. Hanno già dato l'adesione 45 chef. Tra le conferme ci sono quelle degli chef: Michelin Ugo Alciati, Alessandro Mecca, Marco Miglioli e Claudio Vicina che giocheranno insieme a colleghi come Ivan Milani, Nicola Batavia, Danilo Pelliccia, Lorenzo Careggio, Guido Perino, Santino Nicosia e ancora Mimmo Girioli, Stefano Sforza, Paolo Cecchi, Yari Sità, Cesare Grandi, Antonio Giovannitti, Salvatore Aloe e Marco Fierro.

Davide Scabin e le sperimentazioni per la disgeusia

Il calcio d’inizio spetterà invece a colui che è stato definito il Cristiano Ronaldo dei cuochi, lo stellato Davide Scabin che ha già messo a segno il suo primo goal. Proprio durante la presentazione della partita ha parlato infatti delle sue ricerche legate alla disgeusia, ossia il disturbo caratterizzato dall’alterazione o dall’indebolimento della capacità di percepire e distinguere i sapori. Le sperimentazioni culinarie di Scabin in tal senso hanno suscitato l'interesse di Anna Sapino, direttore scientifico dell’Istituto per la Ricerca e la Cura del Cancro di Candiolo, che ha annunciato per l'autunno l'inizio di una collaborazione con lo chef. Il progetto di Scabin sarà sostenuto da analisi scientifiche per valutare l’impatto del cambiamento nella percezione del gusto nei pazienti che seguono una terapia oncologica.

L'alimentazione dei malati oncologici

L’alimentazione è un fattore importante per le persone colpite dalla malattia perché mangiare sano significa stare bene e “un buon piatto attiva il rilascio delle endorfine”, afferma la dottoressa Anna Sapino, “alleviando le sofferenze, regalando piacere, gratificazione e felicità a queste persone, aiutandole, così, a sopportare meglio lo stress della malattia”.
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