La guerra dei dazi a una nuova svolta: ora tocca ai prodotti Made in USA

Al via dazi sui prodotti americani e il vino italiano teme ritorsioni negli Usa. Ora si auspica un cambiamento di rotta con la nuova presidenza di Biden.

11 Nov 2020 - 00:30
La guerra dei dazi a una nuova svolta: ora tocca ai prodotti Made in USA
La guerra dei dazi fra Unione Europea e Stati Uniti raggiunge un nuovo traguardo in negativo. Al via dazi sui prodotti importati dagli USA per un valore di 4 miliardi di dollari, in risposta alle tariffe punitive da 7,5 miliardi che Washington impone da circa un anno ai prodotti europei, in conseguenza dell'affare Boeing. Ketchup, formaggio cheddar, noccioline, cotone e patate americane insieme a videogiochi e trattori sono solo alcuni dei prodotti Made in Usa colpiti dai dazi al 25% dell’Unione Europea. È quanto emerge da un'analisi della Coldiretti sulla black list approvata dal Consiglio Ue dai ministri del Commercio sulla base della decisione del Wto che autorizza l'Unione europea ad applicare dazi per 4 miliardi di dollari a prodotti e servizi americani in relazione agli aiuti Usa a Boeing dopo che per la stessa vicenda gli Usa erano stati autorizzati il 24 luglio dello scorso anno ad applicare sanzioni per un limite massimo di 7,5 miliardi di dollari all’Unione Europea. L’entrata immediata in vigore delle nuove tariffe colpisce prodotti di punta degli Stati Uniti, sottolinea la Coldiretti, come salmone, noci, pompelmi, vaniglia, frumento, tabacco, cacao, cioccolato, succhi di agrumi, liquori come vodka e rum, e prodotti non alimentari.  width=Occorre fermare subito la guerra dei dazi tra Unione Europea e Stati Uniti d’America che ha già colpito le esportazioni di cibo e bevande Made in Italy per un valore di circa mezzo miliardo di euro su prodotti come Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello - afferma il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che - l’elezione di Joe Biden apre nuove prospettive che l’Unione Europea deve essere in grado di cogliere per avviare un dialogo costruttivo ed evitare uno scontro dagli scenari inediti e preoccupanti che rischia di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia e sulle relazioni tra Paesi alleati in un momento drammatico per gli effetti della pandemia”. Anche il segretario generale di Unione Italiana Vini Paolo Castelletti esprime preoccupazione con l'ok formale dei ministri del commercio Ue. "Riteniamo che la posizione italiana di attesa fosse la più saggia, ma non è prevalsa: la Commissione UE, anche sostenuta da alcuni importanti Paesi dell’Unione, ha deciso di applicare i dazi contro i prodotti americani, anche in questa delicata fase di transizione, e rischia ora di provocare un’ulteriore escalation della guerra commerciale in atto con il principale buyer al mondo, gli Usa, che lo scorso anno ha importato vino dall’Ue per un controvalore di circa 4,7miliardi di dollari. A maggior ragione dopo l’esito del voto presidenziale statunitense, sarebbe stato opportuno attendere l’insediamento ufficiale della nuova amministrazione democratica prima di dare seguito alla vicenda Airbus-Boeing".

Per Castelletti: “Dopo l’annuncio di poco fa da parte del vicepresidente della Commissione europea con delega al Commercio, Valdis Dombrovskis, sui nuovi dazi applicati a diversi prodotti Usa, è ora possibile un rischio di ‘retaliation’ da parte degli Stati Uniti, che potrebbero così decidere di aumentare le tariffe in vigore o includere altri prodotti come il vino italiano, che sino a oggi è stato escluso dal paniere dei dazi aggiuntivi. Uno scenario – ha aggiunto - che potrebbe arrivare nel momento peggiore colpendo un mercato di sbocco che quest’anno ha contribuito ad alleggerire le perdite nell’export globale del vino made in Italy, proprio ora che è costretto a subire anche pesantissimi lockdown in Italia e all’estero”.

Gli Usa nel 2019 hanno importato vino italiano per un valore di 2 miliardi di dollari. Complessivamente gli Stati Uniti ordinano dall’Europa oltre il 75% delle proprie importazioni di vino, che a livello globale valgono 6,2 miliardi di dollari. [contact-form-7 id="1103" title="Form Articoli"]

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