Italia quinto fornitore di vino in Cina

25 Marzo 2019 - 04:32
Italia quinto fornitore di vino in Cina
L'Italia è il quinto fornitore mondiale di vino in Cina con un valore delle vendite che si attesta sui 142,3 milioni di euro (-0,2% sul 2017). Market leader, sebbene in calo (-7,2%), è sempre la Francia (903 milioni di euro), seguita da Australia (660 milioni di euro) e Cile, in rimonta anche grazie al favorevole regime dei dazi. Al quarto posto la Spagna con una crescita del prezzo medio del 3,1%. I dati sono stati resi noti da Osservatorio Vinitaly-Nomisma wine monitor su base doganale in occasione di Vinitaly China 2019 e nell'ambito dell'International Wine and Spirit Show di Chengdu, la più antica fiera cinese dedicata al vino e agli alcolici alla quale partecipano oltre 200 cantine italiane e 60 espositori uniti sotto il marchio di Vinitaly. Fiera nata nel 1955, giunta all’edizione n. 100, quasi in concomitanza con la missione in Italia del presidente cinese Xi Jinping. La Cina ha acquistato vino per un valore complessivo di 2,4 miliardi di euro ed è a ridosso dei tre grandi buyer mondiali: Usa, Regno Unito e Germania, quest'ultima che acquista vino per 2.6 miliardi. Una edizione record quella di Vinitaly China Chengdu, il fuorisalone tricolore organizzato da Veronafiere e Vinitaly International, che dimostra un interesse senza precedenti verso il mercato del Dragone da parte delle aziende vinicole italiane: raddoppiati gli spazi, aziende in lista di attesa, tasting ed educational curati dall’Academy della Spa veronese che conta solo in Cina 39 ambasciatori del vino del Belpaese. Pochi depliant, tanto digitale, tante chat. Il vino italiano in Cina per il dg VeronaFiere Giovanni Mantovani ha bisogno di incrementare la propria posizione, in un mercato della domanda cresciuto del 106% negli ultimi 5 anni, esattamente 89 volte più di quello tedesco. Vinitaly è il brand forte del vino italiano in Cina, un marchio riconosciuto su cui si sta costruendo un modello tutto italiano di promozione in Asia. Le etichette italiane nel paese del Dragone (al quinto posto per export totale) riescono a spuntare un prezzo al litro molto interessante che si traduce in quasi 4 euro contro gli 1,8 euro ottenuti dalle produzioni tricolori in terra tedesca.
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