Il Sagrantino si veste di bianco

20 Sett 2018 - 04:45
Il Sagrantino si veste di bianco
Il Sagrantino riparte dai bianchi, cambio di marcia nelle politiche consorziali per la tutela dei vini Montefalco (Perugia). Il nuovo presidente Consorzio di Tutela vini Montefalco, Filippo Antonelli, titolare della Antonelli san Marco (50 ettari vitati con 350mila bottiglie), ha impresso una decisa virata alle politiche del Consorzio, noto principalmente per i suoi rossi. Per Antonelli, dopo il boom degli anni '90 con il conseguimento della Docg, è tempo di abbandonare la definizione di vino "muscoloso" e far conoscere un prodotto più bevibile al fianco del quale vanno segnalati i bianchi fermi Trebbiano Spoletino e il Grechetto. Il Sagrantino Bianco è un vero e proprio nuovo "individuo" in possesso dello stesso DNA del Sagrantino come oggi lo conosciamo, con l'unica differenza di avere gli acini bianchi. Secondo quanto spiega Arnaldo Caprai, il Sagrantino bianco è un vitigno che, pur non esistendo in natura, era latente nei caratteri genetici del Sagrantino rosso. Il risultato è stato ottenuto con l'autofecondazione, uno dei metodi per il miglioramento genetico della vite più comunemente e più a lungo usati per costituire nuove varietà, che consente di ottenere linee pure di uno stesso vitigno. Marco Caprai spiega: “Comincia un capitolo del tutto nuovo per la storia del Sagrantino, che non solo punta all’obiettivo di produrre un vino da uve Sagrantino bianco, ma anche di andare incontro al futuro partendo dalla più rigorosa tradizione. Dopo oltre 10 anni di ricerche, portate avanti da un team di dieci agronomi guidati dal professor Leonardo Valenti dell’Università di Milano, finalmente siamo riusciti ad ottenere un vitigno che, pur non esistendo in natura, era latente nei caratteri genetici del Sagrantino fino ad oggi conosciuto”. Dal 2000 ad oggi, la produzione del Sagrantino è quasi triplicata passando da 660mila a 1.5 milioni di bottiglie. Oggi la denominazione vanta 750 ettari di Montefalco Docg e 450 di Montefalco Doc per un totale di circa di 65 aziende e un areale che comprende Bevagna, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi e Giano dell'Umbria. I vini bianchi rappresentano il 12% della Doc on il Montefalco Grechetto Doc che è pari al 9%, mentre, il Montefalco Bianco Doc rappresenta il 2,5%. Nel 2017 la Doc Montefalco dei vini rossi rappresenta invece l'88% dell'intera produzione. Infine il Montefalco Rosso Riserva Doc è pari al 31% del totale della denominazione Montefalco Doc.
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