Glovo acquisisce Foodora e licenzia i suoi 2.000 rider

14 Nov 2018 - 04:30
Glovo acquisisce Foodora e licenzia i suoi 2.000 rider
Come già raccontato in questa news, negli scorsi mesi il servizio di food delivery tedesco Foodora aveva annunciato di lasciare il nostro Paese a causa dell’elevata concorrenza e degli scarsi profitti, mettendo in vendita il marchio. L’occasione è stata subito colta dal competitor Glovo; l’acquisizione è ancora in fase di perfezionamento ma per ora fa molto discutere la sorte dei 2.000 riders ex dipendenti della piattaforma “rosa”. I fattorini Foodora, infatti, verranno licenziati e non assorbiti dalla nuova proprietà che si è dichiarata disponibile solo ad accettare nuovamente le candidature ma con una differenza sostanziale e molto pesante: se con Foodora i riders erano assunti con un contratto co.co.co e ricevevano retribuzioni fisse, sotto la nuova dirigenza Glovo perderanno questi benefici. Gli accordi stipulati tra Foodora e i rider sono quindi saltati; ad essere tutelati saranno solo i 50 lavoratori dell’azienda che, a differenza dei fattorini inquadrati come collaboratori occasionali, hanno un contratto di lavoro dipendente e per tanto vengono conteggiati nell’organico dell’azienda. La vicenda porta di nuovo in primo piano un argomento molto dibattuto, ovvero la scarsa tutela dei lavoratori di questo settore: se, come emerge da un sondaggio di Deliveroo, molti rider apprezzano gli aspetti positivi di questa nuova tipologia di lavoro (prima tra tutte la flessibilità e l’indipendenza) altri invece hanno richiesto più tutele, negate però da una sentenza. Le Associazioni dei fattorini, negli scorsi mesi hanno trascinato in tribunale le varie società di food delivery, richiedendo che i rider fossero inquadrati come lavoratori dipendenti. I magistrati, però, hanno negato questa possibilità poiché proprio il fatto di poter scegliere giorni e orari di lavoro li configura come lavoratori autonomi. Ricordiamo che per ora Foodora opera ancora sul territorio nazionale – nello specifico in 12 città; l’effettivo passaggio alla nuova proprietà avverrà a termine delle trattative, di cui ancora non si conosce una data precisa.
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