A fronte di un calo dellāexport italiano quasi del 10%, i dati Istat provvisori sul commercio con l’estero e i prezzi all’import vedono le esportazioni del settore agroalimentare Made in Italy crescere di un 1,9% nel 2020 rispetto al 2019.
āA sorprendere non ĆØ tanto lāexploit eccellente dellāexport, quanto piuttosto la capacitĆ del settore alimentare di smarcarsi da un calo generale che ha colpito tutta l’industria e di riuscire comunque a mantenere una spinta positivaā dice Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia commentando le anticipazioni Istat.
āIl risultato più eclatante non ĆØ solo questa spinta espansiva in un anno che si ĆØ mostrato sotto tutti gli aspetti difficilissimo – dice Scordamaglia – a sorprendere positivamente ĆØ il giro di boa della bilancia alimentare che segna per la prima volta a fine anno un saldo positivoā. Filiera Italia valuta questo saldo circa 2,4 miliardi. āNel 2019 continua Scordamaglia questo bilancio si era chiuso in negativo per 268 milioniā.
Il 2020 ĆØ stato un anno consacrato alla pasta, prodotto che segna nelle esportazioni il record di + 15,6% rispetto al 2019. āUna tendenza che ci vede sempre meno dipendenti dallāestero, finalmente anche per i comparti del settore agroalimentare meno autosufficienti, soprattutto grazie allāadesione a contratti di filiera, si riesce a produrre sempre più prodotto agricolo nazionale in quantitĆ e qualitĆ e sempre più rispondenti alle esigenze della industria di trasformazione e dei consumatoriā.
Nel complesso del 2020, lāexport registra una contrazione del 9,7%, con riduzioni di pari entitĆ verso entrambi i mercati di sbocco, area Ue ed extra Ue.Ā