L'Europa destina all'Italia fondi per Xylella e malattie animali. Per Coldiretti non basta

5 Febbraio 2019 - 04:30
L'Europa destina all'Italia fondi per Xylella e malattie animali. Per Coldiretti non basta
L'Italia riceverà fondi europei a sostegno dei programmi di sorveglianza e campionamento su organismi nocivi delle piante e per l'eradicazione e controllo di malattie degli animali. Dei 3 milioni previsti, 1,6 saranno dedicati a campionamenti e test su Xylella ed altri sette patogeni della stessa categoria. I fondi italiani sono una fetta dei 13 milioni stanziati, oltre il 40% dei quali per attività di campionamento e test sulla Xylella, una piaga per l'Europa. Per i programmi contro le malattie degli animali, come peste suina africana o influenza aviaria, l'Ue mette a disposizione degli stati 141 milioni. Di questi, 15,3 andranno all'Italia, soprattutto per misure contro la brucellosi. Dura la presa di posizione di Coldiretti Puglia, nelle parole di Savino Muraglia, che ha ricordato come in Puglia, solo nell'area infetta, rientrano 183mila ettari e 22 milioni di ulivi. Muraglia considera l'entità dei fondi "briciole" e denuncia che sono saliti a 1,2 miliardi i danni provocati dal diffondersi della Xylella. Il batterio provoca il rapido disseccamento dell'olivo e avanza inesorabilmente in Puglia dove è comparsa per la prima volta nell'ottobre del 2012, quando fu data la prima segnalazione di anomali disseccamenti su un appezzamento di olivo. Per Coldiretti Puglia, dal momento che non esiste ancora una cura per la batteriosi le uniche soluzioni per ridurre la velocità di avanzamento della malattia sono: l'individuazione dei focolai nei primissimi stadi dell'infezione su piante sensibili, la successiva rimozione secondo legge e il controllo della presenza di potenziali vettori contaminati. Sotto accusa, secondo Coldiretti Puglia, è il sistema di controllo dell’Unione Europea con "frontiere colabrodo" che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto. Il batterio che sta distruggendo gli ulivi pugliesi è stato infatti introdotto nel Salento dal Costa Rica, attraverso le rotte commerciali di Rotterdam. Il problema, conclude Coldiretti Puglia, è una politica europea troppo permissiva, che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le stesse cautele e quarantene a cui vengono sottoposti i nostri prodotti quando sono esportati.
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