De Cecco: prestiti obbligazionari per investire in ricerca

10 Dic 2018 - 04:30
De Cecco: prestiti obbligazionari per investire in ricerca
Due prestiti obbligazionari per un ammontare complessivo di 25 milioni di euro, sono stati emessi dal gruppo De Cecco, tra i leader nella produzione e distribuzione di paste alimentari secche ed altri prodotti alimentari. I proventi serviranno per la crescita dei progetti espansivi dell'azienda nei prossimi anni. In particolare, saranno utilizzati per finanziamenti in ricerca e sviluppo, innovazione, tutela dell'ambiente ed efficientamento energetico. Advisor dell'iniziativa Banca Popolare di Bari arranger e collocatore unico; Studio Legale Orrick come advisor legale. In particolare è stato emesso un prestito obbligazionario senior unsecured di 21 milioni di euro, sottoscritto da 15 investitori ed ammesso alla quotazione nel segmento ExtraMot Pro di Borsa Italiana. Cassa depositi e prestiti SpA, anchor investor dell'operazione, ha sottoscritto il bond per un controvalore di 12,5 milioni di euro; altri sottoscrittori sono stati Ersel SIM SpA, Consultinvest Asset Management SGR SpA, Confidi Systema! SC, Volksbank e Banca Popolare di Bari ScpA. L'obbligazione, emessa alla pari, ha una durata di sei anni e un piano di rimborso "tailor made"; si conta anche un prestito obbligazionario senior unsecured di 4 milioni di euro non quotato, sottoscritto da un unico investitore professionale, emesso alla pari e con durata di cinque anni. Il Gruppo De Cecco, fondato nel 1886 a Fara San Martino (provincia di Chieti) da Filippo De Cecco, ha la sua sede amministrativa a Pescara e impianti produttivi dislocati a Fara San Martino e Caldari (Chieti). Nel 2016 il fatturato ha toccato i 447,5 milioni di euro, in crescita del 5,7%, con il margine operativo lordo aumentato del 18% a 49 milioni e l'utile lordo del 19% a 56 milioni. Gli azionisti della capogruppo sono 24, dalla terza alla quinta generazione De Cecco, divisi in tre rami familiari. Nell'assemblea di aprile è dato il via libera al piano di approdo in Borsa. Un piano che prevede la riorganizzazione del gruppo con l'ingresso di manager esterni, in particolare di un amministratore delegato, in vista anche di una espansione negli USA. Già nel 2007 era stato considerato l'approdo in Borsa, operazione poi congelata dalla crisi dell'economia nel 2008. Nel marzo 2018, dopo aver chiuso il 2017 con 436 milioni di ricavi e un Ebidta di 50 milioni, la società approva il restyling della governance.  Nel giugno 2018 la guida è affidata per la prima volta ad un manager esterno, Francesco Fattori (ex Findus Italia).
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