Dall'America allarme su cibo e cocktail preparati con azoto liquido

13 Sett 2018 - 04:45
Dall'America allarme su cibo e cocktail preparati con azoto liquido
Botta e risposta tra la Food and Drug Administration statunitense (FDA) e la Federazione cuochi d'Italia. Tema del dibattito i danni che potrebbero arrecare alla salute quei piatti, cocktail, gelati preparati con l'azoto liquido. L’azoto liquido è una sostanza sfruttata nella cucina molecolare per raffreddare istantaneamente gli alimenti e creare l'effetto nebbia nei cocktail, di per sé non tossica per l'uomo ma, nel caso in cui viene maneggiata in maniera errata o ingerita accidentalmente, spiega l'FDA, può essere causa di problemi alla pelle e agli organi interni dovuti alle basse temperature che riesce a mantenere. I vapori emessi dal cibo combinati con l'azoto liquido possono creare anche problemi respiratori, soprattutto in chi soffre di asma. Per questi motivi l'Fda ha invitato a porre estrema attenzione nel consumo di cibi o cocktail che presentano questa sostanza raccomandandone il consumo in un tempo successivo alla preparazione, quando l’azoto liquido cioè è completamente evaporato. Negli Stati Uniti il problema si è posto a seguito di alcuni incidenti dovuti al consumo di alcuni prodotti a base di cereali immersi nell'azoto e venduti alle fiere o nei luna park con il nome di 'Soffio del drago', 'Respiro di paradiso' o 'Nitropuff'. All’allerta lanciata della Food and Drug Administration ha prontamente risposto la Federazione cuochi d’Italia che con una nota stampa rilasciata dall’ANSA ha subito tranquillizzando i consumatori. "In Italia abbiamo una normativa che tutela la sicurezza dei consumatori, e l'allarme lanciato dalla FDA statunitense sull'uso dell'azoto liquido riguarda solamente cibi e cocktail e non i gelati in quanto in questi prodotti non viene praticamente utilizzato –  commenta  Guido Mori della FICLa nostra normativa precisa che il piatto può essere servito solamente quando i vapori dell'azoto liquido utilizzato sono svaniti, tornando in forma gassosa. Quello che manca invece è una regolamentazione seria per quanto riguarda l'uso di questa sostanza da parte degli operatori; raggiungendo una temperatura di ebollizione di -195 gradi può essere pericoloso per chi non sa usarla e proprio per questo servirebbe una formazione specifica per saperla maneggiare".
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