Contrazione delle coltivazioni a frumento duro, aumentano quelle di frumento biologico

8 Marzo 2019 - 04:30
Contrazione delle coltivazioni a frumento duro, aumentano quelle di frumento biologico
Gli operatori cerealicoli italiani scommettono più sul pane e le farine che non sulla pasta. È quanto emerge dai dati resi noti da Italmopa, l'Associazione Industriali Mugnai d'Italia sulle semine 2019 di frumento. Alla contrazione, stimata in misura del 7%-8% a livello nazionale, delle superfici a frumento duro, si contrappone un incremento del 3% circa, sempre lungo lo Stivale, delle superfici a frumento tenero. La riduzione delle superfici a frumento duro ha interessato soprattutto le regioni del Nord e del Centro Italia mentre appare più contenuta nelle zone meridionali. Un trend che comunque sembra interessare anche i principali Paesi produttori di frumento duro e che, stima Italmopa, dovrebbe determinare, nel 2019, una riduzione dei livelli produttivi a livello internazionale, parzialmente controbilanciata da un aumento del livello delle scorte, ad eccezione di quelle comunitarie. Aumentano le aree coltivate a frumento biologico, sia tenero che duro, stimata in circa 10 punti percentuali, a conferma del trend positivo registrato sui mercati per questa tipologia di prodotti. Per Italmopa la condizione delle piante è generalmente positiva per via di condizioni climatiche favorevoli. La produzione nazionale, sia di frumento tenero sia di frumento duro, risulta essere largamente deficitaria (in misura del 60% per quanto concerne il comparto a tenero e del 35% per quanto concerne quello a duro) rispetto alle esigenze quantitative dell'Industria molitoria nazionale. In Italia, dove nel 2018 c'erano 1,28 milioni di ettari coltivati a grano duro, la produzione, precisa ancora Italmopa, è risultata di 4,2 milioni di tonnellate, in linea con i risultati del raccolto 2017.
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