CleanBnB: tre cose da sapere sugli affitti brevi per il turismo in Italia

7 Febbraio 2020 - 04:30
CleanBnB: tre cose da sapere sugli affitti brevi per il turismo in Italia

La notizia del possibile intervento normativo sugli affitti brevi è un tema caldo di questi giorni, che vede operatori e associazioni schierarsi con l'una o l'altra parte. CleanBnB, piattaforma che si occupa della gestione di affitti brevi, offre il suo punto di vista sulla questione e pone l'accento su tre temi fondamentali per il settore.

"Si tratta di un tema caldissimo anche perché centrale per lo sviluppo economico e inoltre strettamente legato al reddito delle famiglie; in quanto tale, esso va affrontato in modo organico e coerente con le dinamiche più ampie del settore turistico in Italia" ha dichiarato Francesco Zorgno, Presidente di CleanBnB, dalla nuova sede in piazza Velasca, a Milano. "Nonostante non siano mancati interventi normativi, resta difficile inquadrare il mondo degli affitti brevi in modo complessivo perché c'è molta confusione su alcuni temi chiave. Confusione che crea paure e pregiudizi in tutti coloro che non conoscono da vicino il settore». Proviamo a fare un po’ di chiarezza smontando tre falsi miti, molto diffusi, che gettano discredito sul mondo degli affitti brevi.

Ecco i tre focus descritti da CleanBnB attraverso miti da sfatare:

1 – L’affitto breve è rischioso per proprietari e clienti

FALSO. L’affitto breve è un’ottima opportunità di messa a reddito di seconde case sfitte e improduttive, a beneficio dei bilanci familiari e del generale recupero del patrimonio edilizio nel Paese. Gli strumenti per farlo senza correre rischi esistono già. "Anzitutto è possibile affidarsi a professionisti seri e competenti che si occupino di ogni incombenza, dalla pubblicazione degli annunci sulle principali piattaforme all’accoglienza degli ospiti, gestendo ogni aspetto inclusi quelli amministrativi e burocratici. C’è poi una novità recente molto importante – racconta il co-founder e Presidente di CleanBnB. - Lo scorso dicembre è stato presentato presso la Camera di Commercio di Milano il nuovo modello contrattuale di locazione breve con finalità turistica. Con tanto di linee guida che ne spiegano l’utilizzo e l’ambito di applicazione. Non si tratta di un obbligo, ma di uno strumento, valido ovunque in Italia, che permette a proprietari e ospiti di sfruttare la forma dell’affitto breve in assoluta serenità. La stessa CleanBnB, property manager presente capillarmente su tutto il territorio italiano, si è seduta al tavolo di negoziazione promosso da Rescasa, per partecipare alla redazione di questo documento. È un prototipo di estremamente versatile e a disposizione di tutti". Può essere comodamente scambiato via email prima del soggiorno, e poi firmato all’arrivo degli ospiti in appartamento. Anche di questo si occupa CleanBnB, sollevando il proprietario da ogni problema. Da pochi giorni il contratto-tipo è disponibile in quattro lingue: inglese, tedesco, russo e cinese, così da agevolare gli ospiti provenienti da qualunque parte del mondo. width= 2 – L’affitto breve svuota i centri storici di abitanti per far spazio ai turisti

NIENTE AFFATTO. I turisti trovano di norma ospitalità in abitazioni che altrimenti, con ogni probabilità, resterebbero sfitte, in quanto i proprietari per vari motivi preferiscono comunque non legarsi alle locazioni tradizionali. In Italia, una casa su cinque è sfitta. Si tratta di seconde case acquistate per le vacanze che per varie regioni non si riesce più a sfruttare o di abitazioni ereditate. Si stima che siano circa 7mila a Firenze, 42mila a Palermo, 60mila a Torino, 70mila a Milano e oltre 200mila a Roma. "Gli immobili in affitto breve sono una percentuale veramente modesta rispetto agli immobili in affitto tradizionale e, soprattutto, a quelli che restano sfitti. Siamo quindi ben lontani dalla saturazione del mercato. Il team di CleanBnB è impegnato quotidianamente nella ricerca della migliore formula di messa a reddito per immobili che altrimenti resterebbero improduttivi e sarebbero quindi destinati a un progressivo deterioramento. Il fatto è che molti proprietari preferiscono non utilizzare l’affitto tradizionale di lungo periodo: alcuni sono rimasti scottati da esperienze negative di morosità (che l’affitto breve risolve alla radice), altri non vogliono impegni pluriennali dati dalle locazioni lunghe perché intenzionate a vendere o comunque nell’ottica di potere utilizzare l’immobile dopo qualche mese. Non solo: l’affitto breve rappresenta un’ottima opportunità per vendere meglio l’immobile. In questo modo si genera un circolo virtuoso di riqualificazione degli immobili che vengono reimmessi nel circoli economico, di cui tutti possono beneficiare".

3 – L’affitto breve è scelto da chi vuole risparmiare e premia chi opera fuori dalle regole

AL CONTRARIO. La netta tendenza del mercato degli ultimi anni è quella di premiare livelli elevati di professionalità e standard di accoglienza. "Tra i nostri obiettivi - precisa Zorgno - c’è quello di posizionare gli immobili nella fascia alta del mercato degli affitti brevi: quella a maggiore redditività. Si tratta di lavorare su soggiorni molto brevi, di norma inferiori alla settimana, e massimizzare al tempo stesso i tassi di occupazione. Ci impegniamo a offrire un servizio impeccabile nella gestione delle abitazioni e degli ospiti, che sono sempre più esigenti, ma al tempo stesso disponibili a pagare di più se l’esperienza di soggiorno è all’altezza delle aspettative. È in quest’ottica che investiamo in programmi di formazione innovativi per i nostri property manager e selezioniamo con grande attenzione le nostre risorse operative. Lavorare minimizzando i costi o fuori dalle regole significa, progressivamente, collocarsi fuori dal mercato".

CleanBnB fa presente, inoltre, che secondo i dati divulgati dall’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo della School of Management del Politecnico di Milano, il 97% degli italiani intervistati utilizzano Internet per raccogliere informazioni e l’85% per prenotare l’alloggio della vacanza principale organizzata nel 2019. Ne deduce la startup che in questo contesto, la sharing economy nell’accomodation rappresenta un terzo del giro d’affari digital complessivo. CleanBnB ha gestito oltre 26.000 soggiorni nel 2019, registrando una crescita del 121%.  

CleanBnB
Il 24 Luglio 2019 CleanBnB ha avviato le negoziazioni su AIM Italia [CBB.MI]. La società vanta una presenza diretta in quaranta località sul territorio italiano e gestisce immobili in locazione di breve periodo per conto di centinaia di proprietari che si affidano con fiducia al marchio CleanBnB. La società nasce come progetto sviluppato all’interno di Seed, incubatore di startup ad alto valore innovativo. Costituita come startup innovativa a Milano a inizio nel 2016, nel giugno dello stesso anno, grazie al successo di una delle prime campagne di equity crowdfunding in Italia inizia l’espansione dei servizi su tutte le principali città in Italia. Nel corso del 2017, dopo l’ingresso in società degli angels di Btw24 e di Boost Heroes, CleanBnB affronta un periodo di fortissima crescita, qualificandosi nel giro di pochi mesi come il più diffuso operatore nazionale del settore degli affitti brevi. Nel marzo 2018 CleanBnB ha chiuso con successo la seconda campagna di equity crowdfunding, una delle migliori di sempre in Italia, a cui ha fatto seguito la quotazione su AIM Italia a luglio 2019.

CleanBnB non è competitor di Airbnb o di Booking, ma utilizza queste e altre piattaforme per valorizzare gli immobili gestiti in affitto breve e ottimizzarne gli incassi.

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