Caffè biologico: soddisfazione per mente, anima e corpo

9 Gen 2019 - 04:30
Un caffè considerato biologico è il frutto di una coltivazione che risponde a determinati requisiti, ovvero priva dell'utilizzo di sostanze chimiche, nel pieno rispetto dei tempi della natura. Nessun concime industriale, ma solo sostanze minerali o animali che ne possono proteggere la crescita, dalla presenza di insetti o altre sostanze che potrebbero risultare dannose. Il caffè è il prodotto potenzialmente più biologico di per sé, in quanto non subisce trattamenti estranei, a parte la tostatura tramite aria calda. Si tratta, infatti, di un ingrediente solo e quindi non mescolato con altri prodotti. Sinonimo di qualità è anche il tipo di coltivazione dove cresce il caffè.

Coltivazioni estensive e intensive

Le coltivazioni estensive sono portate avanti senza che avvenga il disboscamento degli alberi che circondano le piantagioni di caffè. Nelle coltivazioni intensive gli alberi e gli arbusti nativi vengono sostituiti da altre piante, soprattutto leguminose, che fungono da nutrimento del terreno. Alcune coltivazioni estensive, i cosiddetti “giardini di caffè”, sono caratterizzate dalla presenza di molta vegetazione dotate di compost naturali, in cui le pratiche agronomiche sono del tutto rispettose dell’ambiente. In questo modo, non solo è salvaguardato l'ambiente ma è restituita dignità ai produttori locali e ai coltivatori, che sono impegnati sempre nella ricerca di tecnologie che migliorino le tecniche di coltivazione, senza lasciarsi andare alla chimica. Un punto di riferimento proprio per i prodotti tipici e a chilometro zero è Meno 22 percento, sistema logistico di consegna dei prodotti dalle campagne alle famiglie. Questa community ospita prodotti tipici locali rigorosamente biologici e confezionati con materiali riciclabili, realizzati da piccole realtà, e ne permette la diffusione fra i consumatori.
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