Barhandbag: da una start-up italiana il rivoluzionario calice mondose

28 Giu 2018 - 04:46
Barhandbag: da una start-up italiana il rivoluzionario calice mondose
Un calice di vino da poter degustare con calma in qualsiasi luogo, ad un pic-nic o durante un viaggio: è questa l’innovativa proposta della start up Liquid Division che con il suo Barhandbag si propone di rivoluzionare il tradizionale modo di bere fuori casa. Barhandbag è un calice monodose pronto al consumo realizzato in PET privo di bisfenolo, un composto organico presente nella plastica ritenuto da tempo dannoso. È dotato di un innovativo tappo a vite filettato capace di contenere circa 187 millilitri di vino frizzante o fermo (i vini proposti per ora sono Brut, Merlot, Chardonnay) conservandone in modo perfetto l’aroma. Una volta aperto il contenuto può essere consumato entro tre giorni dopodiché il bicchiere può essere riciclato o riutilizzato: il calice grazie al gambo richiudibile può diventare tascabile e quindi trasportabile ovunque, ad esempio ad eventi che prevedono degustazioni. Barhandbag si propone come soluzione ideale per pranzi all’aperto o per quei luoghi dove per motivi di sicurezza non è possibile introdurre vetro; ma anche su navi da crociera o aerei dove oltre la sicurezza subentra il problema del peso e dell’ingombro. Oltre a quello per vino Liquid Division ha progettato il prototipo di bicchiere “on the go” per birra e quello un po’ più capiente per Spritz, un omaggio dovuto al Veneto, terra di due dei fondatori della start-up. E sempre dal Veneto che provengono i vini serviti in Barhandbag, ed è qui, ancora, che la start-up vorrebbe continuare a sviluppare il proprio business che continua a crescere soprattutto nei mercati esteri; già prima di iniziare la produzione l’azienda, come raccontano gli ideatori al Corriere della Sera, può contare su circa due milioni di ordinazioni da ogni parte del mondo. Insomma, Barhandbag propone un modo nuovo e innovativo di bere vino, che oltre ad essere utile può anche aiutare a diffondere ulteriormente oltre confine i nostri vini, già molto apprezzati all’estero.
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